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  • Immagine del redattoreDr. Giuseppe Iannone

Shopaholism, quando lo shopping diventa compulsione

Lo shopaholism è un disturbo del controllo degli impulsi che spinge chi ne soffre a fare acquisti in maniera compulsiva ed esagerata. Lo shopaholism diventa ancora più problematico a ridosso del Natale e soprattutto con l’arrivo dei saldi, quando la pubblicità a tema ci inducono ad essere meno disciplinati e razionali. Quali sono i rimedi per uscirne? Ne parliamo con il Dr. Giuseppe Iannone, psicologo clinico e neuropsicologo.


Dr. Iannone, cosa si intende per “shopaholism”?

“Lo shopaholism, o sindrome da acquisto compulsivo, è un disturbo del controllo degli impulsi caratterizzato da un forte desiderio di fare acquisti. Il disturbo ha caratteristiche simili alla dipendenza da sostanze, tra cui la tolleranza, che fa sì che si incrementi progressivamente il tempo e il denaro dedicato agli acquisti, il craving, ossia il desiderio improvviso e incontrollabile di fare shopping, e i sintomi di astinenza quando la persona non può fare shopping. Il disturbo ha una prevalenza del 6% nella popolazione generale italiana, è molto più frequente nelle donne che negli uomini, l’età di esordio è tra i 20 e i 30 anni e il suo decorso sembra essere cronico. Il disturbo è associato a una significativa comorbilità con i disturbi dell’umore, di ansia, da uso di sostanze, disturbi alimentari e altri disturbi del controllo degli impulsi”.


Quali sono i sintomi clinici del disturbo da acquisto compulsivo?

“Le persone con un disturbo da acquisto compulsivo sono così assorbite dallo shopping da arrivare a trascurare la famiglia, il lavoro, gli amici, gli interessi. I comportamenti di shopping interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari, come bancarotta o indebitamento. Sono state individuate alcune fasi distinte, tipiche del disturbo:

1) l’anticipazione, caratterizzata da una crescente sensazione di urgenza, tensione o ansia e da pensieri intrusivi e irresistibili legati all’acquisto di uno specifico oggetto. La preoccupazione, l’impulso o il comportamento del comprare sono esperiti come intrusivi e irresistibili.

2) La preparazione, in cui la persona si prepara per lo shopping e la spesa, pianifica quando e dove andare a fare shopping, quali carte di credito usare, ecc.

3) La terza fase riguarda l’effettiva esperienza di acquisto, che molti individui descrivono come intensamente eccitante.

4) La spesa, in cui l’acquisto è completato e a cui, dopo un iniziale momento di euforia, seguono un senso di tristezza o di delusione”.



Cosa scatena di solito una condotta di acquisto compulsivo?

“Secondo uno studio della Copenaghen Business School solo il 5% dei nostri acquisti è determinato da una decisione consapevole mentre la stragrande maggioranza delle scelte che facciamo in un negozio sono dettate dalle emozioni, dagli impulsi o dalle abitudini. Nel caso degli shopaholist, gli antecedenti più comuni a un comportamento di acquisto compulsivo sono emozioni negative quali depressione, ansia, noia, senso di colpa o rabbia. L’eziologia del disturbo è tuttora sconosciuta. Verosimilmente entrano in gioco disregolazioni nella trasmissione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui la serotonina, la dopamina e gli oppioidi ma i fattori culturali sono di primaria importanza nella manifestazione del disturbo, che infatti tende a essere presente prevalentemente nei Paesi del primo mondo, in cui la presenza di un’economia basata sul mercato, la disponibilità di un’ampia varietà di beni, reddito disponibile e significativo tempo libero favoriscono l’emergere del fenomeno. Di contro è raro che esso si verifichi nei Paesi poco sviluppati. La possibilità di fare acquisti online, infine, ha sicuramente contribuito ad esacerbare il fenomeno: sempre più persone fanno acquisti, partecipano ad aste, usano app dedicate allo shopping direttamente dal proprio smartphone o pc”.


L’identikit dello shopper compulsivo?

“In generale lo shopper compulsivo è donna, tende a fare acquisti da sola (l’esperienza di shopping viene definita come un piacere privato!) e compra frequentemente e al di sopra delle proprie possibilità, anche oggetti inutili. Le donne acquistano solitamente abbigliamento, scarpe, gioielli, cosmetici e articoli per la casa. Gli uomini invece tenderebbero ad avere un maggiore interesse nei settori elettronico e automobilistico, ma anche in abbigliamento e scarpe. Lo shopping può avvenire in qualsiasi luogo, dai grandi magazzini di alta moda ai negozi di seconda mano. Il reddito non sembra incidere sulla prevalenza del disturbo”.


Quali sono i rimedi per uscire dal tunnel dello shopping compulsivo?

“Riconoscere i sintomi è importante per distinguere un comportamento patologico da uno sano. Essere consapevoli di soffrire di disturbo da acquisto compulsivo è il primo passo che consente alla persona di chiedere aiuto. Gli interventi psicologici mirano a identificare i contesti nei quali il fenomeno tende a manifestarsi (acquisto quando sono arrabbiato, triste, euforico, da solo, da casa/online, per strada, nei centri commerciali, ecc.?), a riconoscere gli antecedenti che scatenano una condotta di acquisto compulsivo, alla gestione efficace delle emozioni negative, e ad indagare modi alternativi per trascorrere il proprio tempo libero. Interventi non psicologici includono la consulenza finanziaria, utile per gestire efficacemente il proprio denaro, i gruppi di auto-aiuto (come i Debitori Anonimi, un gruppo di volontari che fornisce sostegno e incoraggiamento per le persone che si trovano con sostanziali debiti - www.debitorianonimi.org). Infine sono disponibili diversi libri che offrono molti consigli pratici su come ridurre i comportamenti di shopping compulsivo (per esempio, lasciare a casa bancomat e carte di credito e uscire con una quantità limitata di contanti, o uscire in compagnia di un amico o di un parente che, in caso di bisogno, possa contribuire a frenare la tendenza alla spesa eccessiva)”.

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