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  • Immagine del redattoreDr. Giuseppe Iannone

La scelta del partner


L’uomo è un animale sociale che non può fare a meno di interagire con gli altri per costruirvi delle relazioni significative. Ma perché scegliamo un determinato partner piuttosto che un altro? La scelta del partner è il risultato di variabili sia biologiche che psicologiche.

Sul piano biologico, le teorie evoluzionistiche, sostengono che l’uomo scelga da sempre partner che gli diano maggiori probabilità di garantire la sopravvivenza della sua prole. Quindi, mentre l’uomo tende a preferire in maniera inconsapevole le caratteristiche femminili indicative di salute, giovinezza e fertilità, le donne hanno da sempre preferito e scelto uomini che fossero affidabili e quindi in grado di proteggere e accudire la famiglia. A questo proposito, gli psicologi evoluzionisti Peggy La Cerra, Leda Cosmides e John Tooby hanno condotto un esperimento in cui mostravano a delle donne immagini di uomini in situazioni diverse: in piedi da soli, durante un’interazione con un bambino o mentre ignoravano un bambino. Le donne consideravano più sexy fra i tre l’uomo che interagiva con il bambino e meno sexy quello che lo ignorava.

Dal punto di vista psicologico, invece, ci sono varie linee teoriche che includono nella scelta del partner aspetti differenti. Qui di seguito cercheremo di riassumere le principali.

Secondo alcuni studiosi, l’altro, il partner, è in parte usato come “contenitore” per alcune parti di noi. Questo significa che in lui possiamo proiettare parti positive e idealizzate di noi o, al contrario, parti indesiderabili e di difficile gestione. Questo processo può dimostrarsi evolutivo e funzionale laddove il rapporto con il partner permette di riconoscere le parti di noi fino a quel momento respinte o, al contrario, questo meccanismo può evolvere in una relazione in cui il partner diventa un mezzo per negare ulteriormente le parti di sé che sono state riposte nell’altro. A tale proposito Dicks si riferisce al matrimonio come a una relazione terapeutica naturale, all’interno della quale è possibile trovare un contenitore idoneo all’elaborazione a all’integrazione dei nuclei non risolti di ognuno di noi.

Secondo altre linee teoriche, l’aspetto che ci guida nella scelta del partner ha radici più profonde. Nella relazione con il partner, ognuno di noi tenderebbe a riproporre una precisa modalità, uno schema di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo da essa sulla base di ciò che abbiamo appreso nel corso della nostra storia personale e, nello specifico, sulla base di ciò che abbiamo sperimentato nel corso delle nostre prime relazioni significative, ovvero quelle con i genitori. È così che, secondo queste teorie, un criterio che ci guida nella scelta del nostro compagno/della nostra compagna è l’aderenza del partner al nostro schema di relazione e la possibilità che qual partner ci dà di replicare tale schema. Ad esempio, se nel corso dell’esperienza personale ho appreso che in una relazione significativa bisogna aspettarsi soprusi, è molto probabile che tenderò a selezionare un partner che a sua volta mi faccia soffrire. Infine, uno studio condotto da Paul Eastwick sottolinea come tendenzialmente siamo attratti da chi ci somiglia sotto vari punti di vista: educazione ricevuta, livello di istruzione, religione di appartenenza e luogo in cui si vive.

Insomma, questa ricerca suggerisce che nella scelta del partner l’inconscio c’entri poco o nulla ma che quest’ultima sia invece fortemente influenzata da chi ci circonda a scuola, al lavoro o a casa.

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