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  • Immagine del redattoreDr. Giuseppe Iannone

Cause e trattamento del Disturbo di Panico (parte 2)

Per capire come è possibile padroneggiare il panico prima che sia lui a padroneggiare noi e la nostra vita è importante capire quali potrebbero essere le cause di tale disturbo.

Alcuni studi hanno evidenziato come la predisposizione genetica giochi un ruolo importante nell’insorgenza del panico. Per esempio i soggetti con panico sembrano avere una soglia più bassa di sopportazione all’aumento dei livelli di CO2 (anidride carbonica) e quindi al senso di soffocamento. Infatti, l’attacco di panico può essere riprodotto artificialmente in laboratorio, proprio facendo inalare CO2 ai soggetti. Nello specifico, con l’aumento di CO2 si verifica una variazione del ph che viene colta dal midollo allungato e che si traduce in un episodio di iperventilazione. Mentre un soggetto non predisposto al panico esperirà un mero episodio di iperventilazione, un soggetto predisposto geneticamente al panico tenderà a sviluppare un vero e proprio attacco di panico. Un vasto filone di ricerca correla eventi di vita stressanti e panico. Per esempio, individui che hanno paura dei sintomi d´ansia sembrerebbero essere più vulnerabili ad attacchi di panico durante periodi particolarmente stressanti rispetto a chi non ha paura dei sintomi d´ansia.

Ma veniamo ora a una domanda fondamentale: come si curano gli attacchi di panico?

Sia la terapia farmacologica che quella psicologica (psicoterapia) sono utilizzate nel trattamento di tale disturbo. Da un lato le linee guida dell’Istituto nazionale britannico per la salute e l’eccellenza clinica (NICE, 2011, 2013) per il trattamento dei disturbi d’ansia considerano la psicoterapia come equivalente o addirittura superiore alla terapia farmacologica. Dall´altro, i risultati di una recente meta-analisi di Bandelow e colleghi (2015) suggerisce che la maggior parte degli psicofarmaci utilizzati per i disturbi d’ansia siano superiori rispetto alle terapie psicologiche. Infine, uno studio del 2016 condotto da Imai e colleghi ha indicato che, nel breve termine, la psicoterapia e la farmacoterapia si equivalgono nel trattamento del disturbo e che la psicoterapia offre il vantaggio rispetto ai farmaci di non avere effetti collaterali, controindicazioni e/o interazioni avverse con altri farmaci.



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