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Che cos’è la bulimia nervosa?

Aggiornamento: 29 nov 2018

Cosa scatena il desiderio irrefrenabile di mangiare a più non posso? E come può aiutare lo psicologo? Guarire è difficile ma si può.

Secondo il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), la bulimia è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate, ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (come abuso di lassativi e/o diuretici, vomito autoindotto, digiuno o attività fisica eccessiva) e da livelli di autostima indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi. Durante le abbuffate, che possono durare fino a 2 ore, la persona mangia una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso tempo e ha la sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare quanto o cosa si stia mangiando. L’abbuffata continua finché l’individuo non si sente sgradevolmente, o addirittura dolorosamente, pieno.


Cosa scatena questo desiderio irrefrenabile di mangiare a più non posso?

Spesso l’antecedente dell’abbuffata è un’emozione negativa; altri fattori scatenanti comprendono condizioni interpersonali stressanti, sentimenti negativi correlati al peso o alla forma del proprio corpo e noia. Sebbene nel breve termine le abbuffate sembrino ridurre o attenuare tali sentimenti negativi, nel medio e nel lungo termine l’autosvalutazione e i sentimenti di colpa tornano alla carica più prepotenti di prima. Le condotte di eliminazione (come il vomito autoindotto o l’eccessivo esercizio fisico) sono a questo punto messe in atto per attenuare i sensi di colpa e per la paura di ingrassare.


Si guarisce dalla bulimia nervosa?

Spesso la bulimia nervosa si presenta in comorbilità con altri disturbi mentali quali, disturbi depressivi, disturbi d’ansia e disturbi bipolari. La buona notizia è che questi disturbi vanno incontro a remissione in seguito a un trattamento efficace della bulimia nervosa. Sebbene il decorso della bulimia nervosa possa essere cronico se non curato è possibile intraprendere un percorso di cura per far fronte a questa invalidante patologia. Una diagnosi e un trattamento precoci dei disturbi alimentari sono stati associati a una prognosi migliore, mentre se non trattati possono avere conseguenze drammatiche.

Per quel che riguarda il trattamento del disturbo, le linee guida dell’American Psychiatric Association per il trattamento dei disturbi alimentari suggeriscono un approccio multidisciplinare che comprenda trattamenti psicofarmacologici, psicosociali e interventi nutrizionali. Il lavoro di squadra tra diverse figure specializzate, come il dietologo, il biologo nutrizionista e lo psicologo, nel trattamento della bulimia nervosa, è di primaria importanza per riuscire a “circondare” la patologia da più fronti e aiutare il paziente a riacquisire un sano rapporto con il cibo.


Come opera nello specifico lo psicologo in questi casi?

Innanzitutto è importante fornire al paziente informazioni corrette circa i meccanismi che sottostanno al disturbo e che lo mantengono. Durante gli incontri (che possono essere sia individuali che di gruppo) il paziente impara a riconoscere il circolo vizioso emozioni negative/stress – abbuffate – condotte di eliminazione e a trovare valide alternative per gestire efficacemente le emozioni negative e lo stress. Contemporaneamente si lavora insieme per aumentare i livelli di autostima e di autoefficacia del paziente. Informazioni sulle proprietà dei cibi, sugli effetti deleteri delle diete troppo restrittive e sul funzionamento del metabolismo consentono al paziente di individuare i comportamenti sbagliati che mette in atto e di sostituirli con comportamenti più sani e funzionali.


Autore: Dr. Giuseppe Iannone

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